I campi elettromagnetici pulsati a bassa intensità rappresentano una promettente opportunità terapeutica in varie discipline mediche. Gli studi epidemiologici sottolineano come, a partire dal 2020, i disturbi appartenenti alla sfera neuropsichica rappresenteranno il più importante problema della Medicina in generale. Nonostante tali previsioni, ormai da qualche anno si osserva una sostanziale staticità nello sviluppo di nuove terapie e pertanto la prognosi di alcune patologie è praticamente la stessa di 20 anni fa.
È importante sottolineare come gran parte dei dati emersi dalle più recenti ricerche sembrino evidenziare i limiti legati al "classico" approccio farmacologico, e quindi "chimico" nel trattamento di tali disturbi.
L’utilizzo di apparecchiature in grado di emettere campi elettromagnetici pulsati a bassa intensità rappresenta una nuova opzione terapeutica a volte alternativa, altre volte complementare non solo nel campo dell’Algologia, dello Sport e del Recupero Funzionale ma anche nel trattamento dei disturbi neuropsichici, ed alcune pubblicazioni scientifiche su riviste indicizzate sembrano sottolinearne l’efficacia.
Particolarmente suscettibili di risposta clinica ai campi elettromagnetici pulsati a bassa intensità sembrano essere il Disturbo di Panico, la Fobia Sociale, il Disturbo Bipolare, il Disturbo da Dismorfismo Corporeo. Inoltre, risultati particolarmente incoraggianti sono stati ottenuti su alcuni aspetti clinici correlati alle sindromi da decadimento cognitivo e nella malattia di Alzheimer.
Ovviamente, la quantità di dati disponibili è limitata, così come il numero di pazienti analizzati. Sarebbe pertanto auspicabile implementare gli studi con i devices che producono i campi elettromagnetici pulsati a bassa intensità, in modo da disporre di casistiche più ampie così da individuare predittori di risposta affidabili e, soprattutto, elaborare protocolli terapeutici sempre più condivisi.